martedì 3 settembre 2013

Tema: Vulcano

Svolgimento

Caro amico,
Vado incontro al vulcano, un tesoro sotto i miei piedi ribollente e infernale. 
Alla conquista di un passaggio per il centro della terra, ma non sarà un vascello a condurmi alla metà questa volta bensì quest’isola stessa che è già come barca travolta dalla tempesta ed io mi sento naufrago in terra.
Calpesto ghiaia grigia, acuta e tagliente mentre ricaccio in un angolo della mente l’immagine di una spiaggia d’oro e di palme chinate ai desideri dei venti. E’ invece una distesa di nero manto, come una strada in continuo rifacimento, quella su cui mi avvio, sulla mia testa l’ombra di uno stormo d’uccelli, un punto interrogativo che mi sovrasta e mi accompagna dal cielo. Alzo lo sguardo, piombo screziato di nubi minaccia un mondo in bianco e nero plutone. Sua maestà il vulcano a tratti tace, centellinando la sua clemenza. Lo zaino pesa sulle spalle, come il desiderio di liberazione e di fare a cambio con un paracadute di seta.
Adesso la pietra scura ha ceduto spazio al rosso ferroso ed è come se mi trovassi su un gigantesco posacenere, Dio potrebbe schiacciarmi come una cicca da un momento all’altro. Lui ha strani vizi può concederseli tutti, tanto non muore mai. Io invece prima che uno dei miei tanti vizi mi uccida cerco un’alternativa al diavolo.


Il calore che inizialmente mi aveva intorpidito adesso ha uno strano effetto su di me, e il mondo muta colore e consistenza, mi sento come un lupo, solo. Hai presente il suo sguardo tagliente? E’ una fessura di rosso coraggio e così io mi sento mentre continuo questo strano viaggio.
Rammento Jules Verne e la sua capacità di far sognare, ma io ero arrivato prima, tanti hanno carpito in buona fede il mio mondo. Questi oggi ha un’aura maleodorante che ti costringe a chiudere gli occhi e a tapparti il naso. Un viaggio verso il centro della terra è quello di cui ho bisogno per ridare un senso a quest’umano vorticare. Oltre ogni apparenza, oltre le cicatrici aperte di queste città sempre più vuote d’umanità e ricolme di rifiuti del sopravvivere. Lontano dalle auto che mi fanno ammattire, dai loro navigatori satellitari. 
Voglio ritornare uomo e rinunciare alla mia vita invivibile in cambio di un’invisibile e nuova. So che più andrò verso il basso minore sarà la forza di gravità, qual è allora la differenza tra la terra e le stelle?
Il senso di tutto è giù all’interno del nucleo pulsante ecco perché il vulcano esplode vomitando il suo dolore, ecco perché darò retta alla mia lucida follia in un cupio dissolvi degno del migliore regista di noir. 
Addio Piero auguro alla tua povera patria miglior fortuna di quella che a entrambi fu concessa.

Mongibello, in qualunque tempo 

Tuo E.A.P.

Adele Musso

8 commenti:

  1. E' un'atmosfera strana quella creata da questo post, a tratti l'ho trovato incomprensibile, a tratti poetico, e ho notato pure delle bellissime immagini che meritano veramente tanto:

    Lui ha strani vizi può concederseli tutti, tanto non muore mai. Io invece prima che uno dei miei tanti vizi mi uccida cerco un’alternativa al diavolo.

    L'elemento dolore associato al "vulcano che vomita" è forte, molto forte, e mi è piaciuto molto.

    Da facebook ho visto che scrivi poesie, Adele, ecco spiegata la piega che prende questo post, eheh..
    In ogni caso complimenti!

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  2. l'ho letto e non mi ha convinto; come ha scritto FO ci sono belle immagini e le parole usate non sono banali, però manca qualcosa, manca la descrizione di una sensazione forte e condivisibile che possa creare il patto con il lettore. mi sovviene la differenza tra pittura e decorazione, il tuo brano mi pare che tenda verso la seconda mentre la pittura non esita ad usare colori sporchi, graffiati, tirati, scolati.
    però si sente che in quella scala ideale che percorre chi vuole scrivere sei molto in alto, la tua scrittura è senz'altro esente da luoghi comuni, tecnicismi, ripetizioni banali, elementi grezzi che disturbano.
    non vedo l'ora di rileggerti e mi piacerebbe sapere cosa pensi del mio commento.
    gd

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    1. Speravo che oltre il tempo si sospendesse anche il dubbio, il rischio è rompere il patto con il lettore. Ho violato volutamente tempi e luoghi cercando di identificare E.A. Poe con un uomo del nostro tempo deluso, ma forte, che rifiuta la società, ma augura maggior fortuna al suo amico Piero Maroncelli (salto temporale) per la sua povera Italia. La tua critica è bene accetta, va oltre la superficie e spesso a ben grattare sotto strati di intonaco si celano mirabolanti e preziose pitture nascoste ai più è la pazienza e l'attenzione sono giuste ricompense. Sono sovente ermetica e incomprensibile ..lo so...

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  3. Per chi scrive poesie è ovvio (o quasi)ritrovarsi tra le maglie dell'ermetismo e questo racconto ha un messaggio troppo intimistico per essere recepito facilmente dal lettore. Concordo con FO e GD è indubbio che tu sappia scrivere e scrivere bene. Ma non sognare da sola, oltre alle immagini dacci una storia che ci rimanga dentro.
    Mi pare, infatti, che tu parli a te stessa e non a noi. Comunque brava. Chiaro anche il tuo commento ai commenti
    ben trovati Jole

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  4. Ciao Adele, ho trovato il tuo pezzo molto particolare, l'atmosfera che crei sa un po' d'apocalisse e senza dirlo trasmetti bene qual è lo scenario da te descritto, le stesse città vuote d'umanità e piene d'immondizia dove viviamo, l'isola in cui mi sembra di riconoscere la Sicilia. Anche a me è piaciuta molto la frase che ti ha citato Federico. Ciononostante devo dire che anche a me qualcosa non ha convinto, come delle espressioni un po' troppo poetiche. Comunque anch'io ti faccio i miei complimenti

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    1. Si è la Sicilia, Mongibello è il nome dell'Etna, ma potrebbe essere qualsiasi posto. Grazie per gli apprezzamenti e anche per le critiche, significa per me che ciò che è scritto non scivola via lasciando indenni, qualcosa lascia.

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  5. Adele, forse perchè spesso la mia scrittura procede dalla poesia e si tinge di immagini veloci come pennellate, forse per questo e altro ho letto il tuo post provandone un grande effetto. Il tuo viaggio è allinterno di un sè stesso insieme terra apocalittica e bisogno di scoprire altro da sè. Una ricerca incredibile. Come un lupo che nelle fessure degli occhi misura tutta la difficoltà che gli tocca, e tenace tuttavia .
    Questa scrittura intensa e sofferta, come nel vomito che il vulcano produce, pieno di magma e forte esposione, trovo una forza, un messaggio così forte dasuperare anche un'eruzione.
    Quel grattare oltre 'intonaco del tuo commento a GD scopro invece la qualità della ricerca. Di chi non si accontenta di superficie. Grazie della tua pagina. Molto bella!!!
    E come le poesie va pesata e assaporata in ogni passo

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