mercoledì 10 aprile 2013

Tema: Circonlocuzione

Svolgimento

Lucia ha troppa fretta, lasciatela andare. Andare dove? Che importa, andare. Verso una meta o una metà di sè. Quale? Non ha ancora deciso. Potrebbe essere quella ampollosa a cui piacciono le storie d’amore, il travaso di glucidi per endovena, che ama farsi di mono/di/polisaccaridi, zuccheri semplici o complessi, cristalli da masticare a pieni molari superando la saturazione della saliva, il dolce che soffoca e riempie di gioia fino ad esserne nauseati, che da alla testa e si riproduce in logorrea ed insonnia. Lucia non dorme quasi mai, ma non le pesa, si alza dal letto e spolvera le bomboniere, lucida i fiori finti e mette in ordine le posate nei cassetti.
Lucia, vieni a dormire, la chiama lui in pantofole di feltro, prendere un sonnifero magari?
Giusto di farmaci si parlava. Scherzavo poco fa col mio prezioso ed insostituibile bene - mi racconta Lucia al telefono - al sentir parlare al TG degli agguati che i siti di farmaci asiatici tendono agli ignari e creduloni ipocondriaci occidentali:
Oh, diceva lui, il mio amorino, che m’importa, io non ne compro mica farmaci in internet, ah dimenticavo – fa per scherzare - il viagra; ah sì? Gli faccio io, e con chi lo usi? Quanto è buffa la faccia di un uomo punto nell’orgoglio delle sue prodezze virili. Però, amica mia, te lo dico perché mi sono documentata, è tutta roba genuina, e son più che soddisfatta, però che ridere. Che ci vuoi fare, son proprio innamorata.

Lucia non è soltanto questo, lasciamo questo emisfero, questo mezzo di lei che è come una torta fatta di strati multipli farciti di nutellatorroncinocaramellopralinecrema sciantillinante come la prima stella della sera da infilarci un dito a falce di luna e sgarrupparselo fino al tracollo dell’ultima molecola d’insulina. Basta, andiamo. Lasciatela andare. Ma andare dove? Da quell’altra parte magari, da quei suoi cinque decimi che mi stanno più simpatici è ben vero – un po’ oca, un po’ gallina, un po’ ottusa e ciarliera, superficiale a volte, tetra e mesta q.b.. Ci si potrebbe fare un dolce, una torta salata, un intruglio vegano, una frittata da far volteggiare in aria, doppio salto mortale carpiato all’indietro, più che una frittata un pasticcio, accidenti, non mi ero accorta di essere arrivata.
Lucia finalmente è uscita, è andata.
Ciao caro, gli dico io mentre lui mi accoglie nella casa che profuma di pulito, che mi dici, il viagra è arrivato?

Grilletto Salterino

6 commenti:

  1. Carssima Grilletto, il pezzo è simpaticissimo, tra zuccheri ecc l'allegria ti entra dentro per indovena. Confesso però di avere provato uno strano senso di confusione. All'inizio il pezzo sembra impersonale, si parla ad un pubblico virtuale di una certa Lucia. Poi alla fine troviamo te, la Lucia e quelle altre (alle quali ti rivolgi) non si capisce bene se siete insieme, (Lucia al telefono) poi Lucia è uscita, però forse eravate in macchina... giacchè tu sei "arrivata" senza accorgertene. In ogni caso, nonostante l'ubicazione equivoca che mi ha spiazzato a partire da "accidenti"), il pezzo è troppo divertente. Ci sono immagini narrate perfettamente (il marito che la chiama...) i cinque decimi, la frittata il pasticcio e molto altro.

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  2. Direi che hai ragione, mancano delle virgolette qua e là per specificare meglio il discorso. L'"IO" che racconta lo fa rivolgendosi a chi legge, Lucia invece parla all'"IO" da: "Giusto di farmaci... - a - ... son proprio innamorata".
    Scusate le avrei dovute mettere.

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  3. Con un'amica così perfida, io se incontrassi Lucia le consiglierei di starsene a casa. Anche a me sono piaciute delle immagini, tipo il salto della frittata e altre amenità, forse il tutto però risente di un linguaggio un po' discontinuo, o forse è proprio quello che volevi ottenere. Ciao Grilletto.
    (emoticon circonlocuzionato)

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    1. mmm, il vostro giudizio mi sarà utile in futuro per stare più attenta,io scrivo in modo molto frettoloso, comunque voleva essere proprio quello che dice il titolo, un giro di parole, della non troppo rara "amica" carogna.

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  4. questo genere di scrittura, fatto di accumuli e parole preziose mi piace assai assai ma veramente assai, mi ricorda tanto quello che in questo momento non mi ricordo, quello bravo che è morto giovane, che ha scritto di Rimini, insomma lui. Trovo l'incipit un po' lineare: visto che la cifra del post è l'ingarbuglio allora ingarbuglierei pure la prima parte, senza i punti, una frase dopo l'altra giusto con qualche virgola ma anche dei trattini: la confusione strutturata è molto meglio di una semplicità banale.
    GD

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    1. Una frase dopo l'altra, senza punti? Alla Marinetti allora!

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