sabato 21 gennaio 2012

Tema: Teoria pratica del colpo di fulmine (quinta puntata)

ENEA e DIDONE

Questo bel tomo, inventato da Virgilio per dare nobili natali alle itale genti, era figlio di Venere, e dunque in qualche modo fratellastro di Eros. Buon sangue non mente.
Fuggito da Troia in fiamme grazie all’aiuto di mammina, con il padre Anchise sulle spalle e il figlioletto Ascanio per mano, resta vedovo nelle prime pagine del libro ma gli passa subito il dolore. Virtuoso a modo suo per quasi tutto il racconto, un bel giorno gli viene in mente di fare un giro a Cartagine in costruzione, dove l’attende ignara Didone, regina di quella città. Oltre a essere una gran bella donna, Didone era una saggia amministratrice, che adoperava il proprio potere per il bene della sua gente. Quando giunge quel figliol di Venere, ella è intenta a seguire i lavori di costruzione della propria città, con l’aiuto e il sostegno morale della sorella Anna. Didone aveva avuto fino a quel momento (!) una vita oltremodo sfigata: era restata vedova dell’adorato marito Sicheo, aveva dovuto combattere con un fratello testa di rapa ed emigrare con alcuni fedelissimi, ma se n’era fatta una ragione (in tempi decisamente più lunghi di Enea), dedicandosi anima e corpo solo alla politica. Di uomini non voleva più sentire neanche la puzza. Donna di successo, fermissima e mesta a un tempo, non chiedeva di meglio che essere lasciata in pace, a continuare il proprio disegno. Quale miglior bocconcino per il signor Enea, forse pietoso per Virgilio, ma secondo molte lettrici con lo stomaco pieno di peli lunghi come quelli di un levriero afgano? Non ci sarebbe stato gusto, no davvero, a mettere nei guai una ragazzetta del posto, un’ancellina da poco seppur giovane e bella. Perché non puntare direttamente al capo dell’azienda? Così Enea arriva, la mamma lo mette tutto lustro e bello, si presenta mesto e mostra le ferite di guerra. Se ciò non fosse bastato, pensò anche di mandare a giocare sulle ginocchia di Didone il piccolo Ascanio. 




Che bravo ragazzo! Che papà modello! Colpo di fulmine. Combustione totale…in pochi secondi Didone si gira il film della propria vita felice: avrebbe fatto volentieri posto sul trono a Enea, che  sarebbe diventato re (il “suo” re!), lei magari avrebbe avuto un po’ più di tempo per se stessa, magari qualche massaggio in più dall’estetista e qualche volta in più dal parrucchiere … e poi forse sarebbero arrivati i bambini, non è mai troppo tardi per la riproduzione regale, tutti carini e dolci quanto Ascanio. Le grandi sale del palazzo sarebbero echeggiate di urla, risate e scalpiccio di piedini.
Alla gran palla della politica ci avrebbe pensato lui (il “suo” lui!), che la sera sarebbe tornato a casa stanco ma benevolo verso la consorte, l’avrebbe colmata di attenzioni e regali, mentre lei si sarebbe progressivamente ritirata a fare calzette e scarpine di lana per i figli prima, e per i figli dei figli poi.
Per imbastire questa rovina sotto l’influsso del colpo di fulmine, la saggia Didone impiegò un nanosecondo, mettendo le basi per la distruzione certa della propria vita e l’azzeramento di tutta la forza d’animo che era riuscita a tirare fuori negli anni.
Seguirono (pochi) giorni di felicità e passione, al termine dei quali Mercurio, inviato da Giove,  andò a dire al figlio di Venere “Ok tesoro, ora ti sei divertito e riposato abbastanza” poi lo prese per un orecchio e lo rimise in mare, alla faccia di Didone innamorata. Lui alzò le spalle e disse solo “Obbedisco”. Neanche il tempo di un saluto alla sua amata: perché perdere tempo con inezie così imbarazzanti e difficili da gestire? L’eroe prese il largo, nel senso più ampio del termine.

Nel frattempo la regina, poveretta, era certissima che di lì a poche ore Enea l’avrebbe chiesta in sposa, e anzi aveva già fatto un salto in centro con la sorella per scegliere il vestito. Quando vide le navi del fetentone allontanarsi, capì che il film era finito da un pezzo, e soprattutto che il prezzo del biglietto era stato davvero esagerato. Forse a corto di idee, non gliene venne in testa una migliore, per sfogare la rabbia e il dispiacere, del suicidio.

Se avesse fatto inseguire Enea dalla sua flotta e lo avesse dato in pasto ai pesci, avrebbe tolto a Cartagine e a milioni di studenti un sacco di problemi. 

R.L.

6 commenti:

  1. suicidio?! tze..tze..ma lo strozzo i con le mie mani, mica gli mando Ercole!!!
    l.l.g.

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  2. Leprotta, se tu fossi stata DIDONE col c..zz che quell'asino sarebbe scappato impunito e la storia ne porterebbe ancora le conseguenze oggi..

    ahahah mi hai fatto ridere, ora posso andare a mangiare la pizza felice!

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  3. Se sono riuscita a farti sorridere anche a stomaco VUOTO, allora comincio ad avere un umorismo che FUNZIONA!!
    R.L.

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  4. Bhe' proprio vuoto vuoto no. . . Diciamo che prima ci siamo fatti un bel pacchetto di patatine all' aceto (le trovi da eataly,pacchetto blu) e una mezza bottiglia di di Syrah. Io direi che questo filone cinico noir ti si addice molto!

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  5. tra due mila e ottocento anni gli studenti studieranno la Lepri?
    GD

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  6. Enea è uguale uguale a tutti gli altri supereroi: egocentrici, vigliacchi, permalosi e sbruffoni!

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