venerdì 30 settembre 2011

TEMA: Come essere vegani e vivere felici

Svolgimento

Essere vegani non è complicato, anzi è piuttosto facile. Per esempio quando sono in ufficio e carico dati nel computer, essere vegano non mi costa niente, digito i tasti e tutto scorre. Anche quando faccio la doccia essere vegani è semplicissimo, apro il diffusore, regolo la temperatura dell’acqua, poi mi posiziono sotto il getto dell’acqua e uso un bagnoschiuma non testato sugli animali, sebbene sia un po’ difficile trovarli. Anche vestirsi  è fattibile, basta asciugarsi prima – onde evitare che mutande, pantaloni e camicia si appiccichino addosso – e poi ci si veste, esattamente come facevi prima quando non eri vegano (evito giusto le giacche di pelle e le scarpe di cuoio). Camminare da vegani è una delle cose più banali: un piede avanti e uno indietro, e poi quello che rimane dietro lo porto in avanti.. i due piedi si alternano e si realizza lo spostamento nello spazio - basta fare un po' di esercizio, per una spiegazione migliore ci sono persino i tutorial su youtube. Se la distanza da attraversare è vasta allora, anche se sono vegano, prendo l’auto (una fiat qualsiasi va bene, ma anche le renault o le citroen assolvono a questo ruolo), ed è semplicissimo guidare – anche quando si è vegani -, basta ruotare la chiave, l’auto si accende e poi le solite cose, frizione, marcia, acceleratore (il freno!!!)…ah, bisogna fare benzina, ma tanto quella è vegana.
Respirare è veganissimo, soprattutto da quando ho imparato a inalare aria senza infastidire mosche, tafani, moscerini e altri insetti.
Ora, mi chiedo, perché tutti non diventano vegani come me?
GD

TEMA: CONSIGLIO LETTERARIO

Svolgimento: a tutti i neo genitori, il libro del secolo. Non ne potrete più fare a meno!


SC

TEMA : L'OROSCOPO !

clik  the cat

mercoledì 28 settembre 2011

TEMA: Come invitare i tuoi amici ad un compleanno (Post rubato a Maria Giallombardo a sua insaputa)

SVOLGIMENTO:


Sospetti la formazione di una slavina fecale all'interno di un diverticolo?
Desideri anche tu un' esplorazione rettale?
Brami un clistere evacuativo?

Il FECALOMA PARTY è il posto giusto!!

Vieni a trovarci venerdì sera alle ore XX.XX in via XXXX n XX  a casa della nonna ignara di Grambiele!

I pazienti nell'attesta potranno degustare raffinatezze CULInarie come torte vegane, BROSCIONI farciti, dolci ripieni di crema bimby, riso verduroso e tanto altro!
Inoltre i presenti potranno ascoltare i racconti di intrattenimento sulle avventure di Graziella ( pi calità fignuli!) e sulle malsane abitudini sessuali di una sconosciuta che dovremmo presentare a Paolo...
Infine dopo le eventuali estrazioni fecali si ricorderà il compleanno dell'infermiere professionale Grambiele Cenerario.

TI ASPETTIAMO! NON MANCARE!



MG

lunedì 26 settembre 2011

Tema: Minaccia vegan


Svolgimento:
Credo che prima di cominciare questo post, sia necessario un chiarimento: i vegani (o vegan) non formano una setta religiosa né un partito politico, non sono dei medici ma soprattutto (e ci tengo a ribadirlo) non esiste lo stereotipo del vegano!

Quando si parla di alimentazione ognuno ha le sue idee a riguardo e ci sono talmente tante sfumature dal “carnivoro” al “fruttariano” (ma non vorrei porre questi due personaggi come estremi della linea delle diete!) che sarebbero necessari almeno quattro post per trattarle tutte.
Al centro, anche se un po' scostati verso il confine fruttariano, c'è una categoria di persone che ha scelto di alimentarsi esclusivamente con prodotti vegetali: i vegani.
Ho volutamente cambiato la definizione di vegano in quanto penso che quella che circoli in giro sia un po' fuorviante:

“da Wikipedia
Chi sceglie questo stile di vita non mangia carne e pesce, come i vegetariani, evita inoltre di consumare lattelatticiniuova e derivati, nonché si rifiuta di acquistare e usare prodotti di qualsiasi genere la cui realizzazione implichi lo sfruttamento diretto di animali.”

Chi socializzerebbe mai con un mostro del genere? La definizione non è sbagliata ma più che concentrarsi su ciò che è il vegano, sposta l'attenzione su cosa il vegano non fa. E quindi l'idea, che chiunque si creerebbe, è quella del rompipalle che è pronto a giudicare chiunque stia mangiando una fetta di carne, che è costretto a mangiare le sue verdurine lesse che si porta appresso in contenitori sterilizzati e che fumi solo marijuana vestito da hippie in mezzo ai boschi. Il vegano, per fortuna, non è niente di tutto questo!
Io credo che in fondo siamo tutti vegani, semplicemente per vari motivi alcuni non lo manifestano!
Tutto il mondo, o quasi, si impietosisce di fronte ad una gallina a cui viene tagliato il becco, allo sgozzamento di una mucca, all'uccisione di miliardi di pesci ogni giorno. E allora perchè non rinunciamo immediatamente alla bistecca, all'uovo, alla porzione di aragosta? 
I vegani, pertanto, sono persone con una spiccata sensibilità visto che rinunciano a tutto questo? Se così fosse allora tutti i non vegani sarebbero poco sensibili, no?
C'è chi giudica i vegani come persone viziate che hanno troppo e quindi possono permettersi di eliminare qualcosa dalla dieta, davanti alla miriade di bambini che ogni giorno muoiono per denutrizione. Siamo proprio convinti di questo? Moltissimi studi riportano, invece, una situazione opposta: per produrre 1 kg di carne servono 15 kg di cereali (meglio tacere sulla carne che dalle nostre tavole passa nella spazzatura e sulla sofferenza sopportata da ogni animale che decidiamo di mangiare).
Il problema è che la carne ha un buon sapore e, purtroppo, una volta affettata non urla e non ha lo sguardo acquoso della mucca appesa a testa in giù che cola sangue.



Per maggiori informazioni sul mondo vegetariano/vegan ecco una lista di link interessanti:

FO



giovedì 22 settembre 2011

Scarpette per canuzzi

Immaginate di incontrare un cane che indossa i sandaletti sotto...
quale sara' la vostra prima reazione?


 Non stupitevi , perche' su questo sito  LOVELONGLONG  potrete trovare molti tipi di calzature per cani: dallo stivale invernale al sandaletto estivo, e le ciabattine da tenere in casa quando si ha il parquet.
Con la semplice tabella potrete ordinare il numero di zampa giusto.  
BAU BAU a tutti VOI
AW

martedì 20 settembre 2011

Tema: Pigghiala, accattala e poi jeccala (traduz. Prendila, comprala e poi buttala)

Svolgimento
Troppo facile parlare di patonza: è un topos calpestatissimo, una palude di acquette tiepide dove sguazzano bacchettoni, moralisti e invidiosi, e piuttosto  riesumo una leggenda palermitana: Carmelina 'a tri mutura.
Dicono fosse una femmina inguardabilissima, untuosa, pilusa, un occhio a Cristo e l’altro a san Giovanni, attaccatura dei capelli scimmiesca. Tutti i quartieri palermitani ne vantano i natali, pare prevalente la tesi che la segnala come abitante della via Messina marine, zona Buccheri La Ferla.
Amatissima in senso lato. Infrangendo ogni canone estetico, aveva una dote che la rendeva più appetibile di una bellezza standard: era priva di denti. Per lei gli uomini facevano la fila, aspettavano il turno mentre lei si prodigava dietro le dune di Romagnolo. Che lo facesse solo per soldi non è confermato, c’è chi racconta che si concedesse per mero piacere. Tra le sue gengive metà dei palermitani: li ha iniziati da adolescenti, li ha seguiti nella maggiore età, li ha festeggiati la sera prima delle nozze, li ha accolti tra gli alti e bassi del matrimonio, li ha consolati dopo la vedovanza. È la femmina palermitana più famosa e amata dopo Santa Rosalia.
Che c’entra Carmelina con il titolo del tema? Niente. Quello è riferibile a Minetti e patonze varie.
GD

domenica 18 settembre 2011

tema: Pinocchio ci salverà?

svolgimento

Anno 2011. 
150 anni dell'Unità d'Italia. Evitiamo qui tutte le polemiche e tutte le questioni ideologiche. A farla vinta in tutto questo marasma è il prodotto italiano di tutti i tempi. 

Non parlo dell'ultimo modello di borsa di Alviero Martini (grazie al quale si deve la conoscenza della geografia da parte di centinaia e centinaia di ragazze), né dell'ultimo paio di scarpe di Prada (non voglio polemizzare su quelle indossate da Sua Santità), nè dell'ultima campagna pubblicitaria di Dolce & Gabbana. Se volete saperne di più su questi argomenti cambiate pure blog. Stanotte faccio sul serio.

L'inossidabile, irraggiungibile, ineguagliabile, copiato, invidiato, globalizzato prodotto italiano è Pinocchio. Scritto, riscritto, musicato, disneyato, disegnato, fumettato, recitato, interpretato, fictionato, studiato, sviscerato, riproposto, letto, riletto, compreso, cestinato, calpestato, picchiato, stropicciato, sbrindellato e infine ricomposto e messo dentro ad una teca. Evito qui citazioni dotte e dottrinali spuntate in convegni ad hoc. Vi risparmio ogni tedia. 

Mi chiamano da una scuola "Buongiorno dottor Bartucca, che ne dice di cominciare da noi un progetto tetrale? Sarebbe disposto a mettere in scena uno spettacolo su Pinocchio? Oh quanto è bello Pinocchio! Noi vorremmo fare un musical, con balletti, canti, costumi, scene! Nel suo curriculum...".

Scena panica. Erano le nove del mattino ed io avevo appena 3 ore di sonno. Tutto quell'entusiasmo mi aveva sfiancato. Farfugliai giust'appena un "Sono fuori sede, la ricontatto nel pomeriggio". 

Mi preparo un caffè, sigaretta mattutina e comincio a cercare tra le scartoffie. Ce l'avevo, ne ero sicuro. Mi sbagliavo. Scappo in libreria e ne acquisto una copia, in edizione economica tra l'altro. Comincio a (ri)leggere. Erano passati una ventina d'anni dal mio ultimo approccio a quel romanzo. Porca miseria! non me lo ricordavo affato così. Disney edulcora tutto, i Pooh massacrano tutto. 

E come si fa adesso? Voglio dire...posso addolcire la medicina? Come si fa a rendere fruibile la potenza demoniaca di quel romanzo? 

Vediamo: un uomo vive di stenti, gli regalano un pezzo di legno e ne fa un pupazzo. Cazzo. una Fata bambina si diverte a morire. E poi volpi furbe e gatti cretini. Uccelli spioni, serpenti assassini, bambini violenti, gendarmi nullafacenti. 

Stacco col libro perchè mi aveva causato troppa noia. Mi rimetto a letto e non riesco a prendere sonno e tutto diventa così chiaro...

Miracolo del legno non è che brucia, ma che galleggia.

Pinocchio. È l’opera di legno che si anima mentre viene fatta.

L’esatto opposto di Gesù, detto il Cristo. Egli si riduce a uomo e a uomo di fatica nella bottega del padre Giuseppe.

Giuseppe e Geppetto. Due uomini lasciati soli nella loro mistica paternità e nella loro struggente umanità. Giuseppe subisce la beffa di un progetto divino contornato di angeli saputelli e mogli rimaste incinta, esattamente come Geppetto subisce l'ironia di un mondo onirico fatto di fatine dai capelli turchini e grilli sproloquianti.

Gesù e Pinocchio coincidono nella bottega di artigiano. Entrambi respirano lo stesso odore forte e intenso della resina. Toccano le pialle, conoscono il legname, utilizzano il fuoco, raccolgono la segatura, hanno a che fare con seghe.

Gesù, detto il Cristo, muore appeso ad una croce coi chiodi conficcati nelle mani e nei piedi, quei chiodi che aveva imparato anche lui a conficcare nel legno; chiodi che aveva conosciuto anche Pinocchio nella bottega del padre.

Gesù discende agli inferi e libera i padri. Pinocchio discende nel ventre della balena e libera il suo di padre. Gesù appeso alla croce chiede di appendersi a quel legno per salvarsi. Geppetto per salvarsi dalle acque si appende al figlio-legno.

Trovare il proprio pezzo di legno oggi è impresa ardua.

Non ho diritto io ad un pezzo di legno?


VB




venerdì 16 settembre 2011

OROSCOPO

Concludiamo la settimana con un post "SGARZOLINO" di quelli a cui nessuno crede ma TUTTI leggono :


 Ma non uno qualunque quello di BREZNY,
 il numero UNO degli OROSCOPETTISTI!

clikkate sulla vergine
AW

giovedì 15 settembre 2011

TEMA: un amore ignorante

Tu mi piacevi, mi piacevi molto.
"Portami nel centro di Roma, a Parigi, in un ristorante sul mare, all'INPS" e tu mi portavi, con quell'accento stranamente russo mi dicevi "Uora gira a duestra".
Ma ieri il brivido è stato troppo forte, quando mi hai detto di svoltare in via "icsics Settembre".
Prima di sentirti nominare anche via "i vi Novembre" preferisco spegnerti, navigatore satellitare.


LG

TEMA: isolitudini

svolgimento



solo
sole
sale
mare
io sono un’isola.


Per favore, per un attimo, mettiamo da parte preconcetti e stereotipi sui siciliani. Che è gente solare, che hanno sempre il sorriso sulla bocca, che la loro ospitalità è ineguagliabile, che in Sicilia c’è sempre il sole, si mangia e beve bene spendendo poco, che ci sono uomini bellissimi e donne mozzafiato e giù di lì con considerazioni scontate, prive di qualsivoglia corrispondenza al reale e soprattutto fuorvianti. Parla un siciliano che, prima che siciliano, è un isolano. Giro la mia terra e in qualsiasi punto cardinale mi  trovi so che c’è il mare. E il sole, e il sale, e sono solo. 

Nei miei viaggi in continente (ho sempre amato chiamare così la terraferma) rimango estasiato e assumo un’espressione ebete da bamboccio. Ma non per i monumenti, per la vegetazione o per i colori. Neanche per il cibo a dire il vero. Mi affascina una cosa che puoi fare solo in continente: ti metti in macchina (o prendi un bus, un treno o qualsivoglia altro mezzo di locomozione terrestre) ed hai la possibilità di passare da una regione all’altra. Dio che cosa fantastica!  Voglio dire, prendi un autobus e ti trovi, che ne so, in Campania: due ore dopo sei già nel Lazio. Sei in Emilia? Prendi un’autovettura e un’ora dopo sei in Lombardia. Sei nel Veneto? Prendi un treno e dopo un’ora sei in Trentino Alto Adige. Tutto ciò mi affascina. È una cosa che se vivi in un’isola non sperimenti mai. Sei in provincia di Palermo? Al massimo ti sposti in  provincia di Trapani. O Catania se vuoi fare il figo. Ma sei dentro i confini territoriali di un’unica regione. Ed è la stessa esperienza dei miei amici sardi. E ancor più gli amici che vivono nelle isole minori. Parliamone. Sei ad Ustica? Rimani ad Ustica. L’isola corrisponde alla cittadina, l’identificazione è anche territoriale. Non ho ancora capito se questo sia un bene o un male. E non me lo chiedo neanche, se devo dirla tutta. Ma se oltrepasso lo stretto mi piace viaggiare in auto, o in treno tutt’al più, così posso avvertire il passaggio da una regione all’altra.

Questa sera esco dal cinema. Accendo una sigaretta e il fumo mi brucia la gola. Dalla terra sale il profumo di umidità lasciato dalla pioggia pomeridiana. Avrei voluto che si sentisse anche un afrore di incenso, o di lavanda. Ma la magia non avvenne. Non avendo specchi con me ho provato ad immaginare la mia espressione, avrei voluto vedermi. Un po’ di nausea e l’impressione di essere appena uscito da una centrifuga. Crialese. È tutta colpa sua. Ed è solo al suo terzo film. Che brirbantello che è! La potenza espressiva e la forte componente onirica ed evocativa trovano un confronto solo in Fellini. Certo son due percorsi artistici completamente differenti, ma è da allora che il cinema italiano non conosceva un regista così visionario. “Terraferma”: storia schematica e a tratti patetica, una sceneggiatura lacunosa e scontata, personaggini che si reggono su stampelle. Ma questi difetti passano inosservati quando lo spettatore viene rapito da una pulsione scopica che lo porta alla bramosia: dammene ancora Crialese! dammi mare, dammi cielo, dammi roccia, dammi legno, dammi sabbia, dammi pelle bruciata dal sole, dammi corpi, dammi braccia, dammi mani. Le mani e le braccia in questo film sono i veri protagonisti, insieme al mare, ad una terra matrigna fatta di rocce, spiagge nere e vegetazione arsa. E poi ci sono occhi, azzurri solo quelli di Filippo il protagonista, tutti neri gli altri. E capelli, tanti, scompigliati dal vento  e bruciati dal sale. “Immagini che danno una vertigine elettrica” scrive in una recensione un mio amico giornalista (neanche a dirlo anche lui isolano, Sardegna però).  Il blu di quel mare viene disseminato ovunque nel film, in tutte le sue declinazioni: dal verde acqua al cobalto, creando una tavolozza degna di un vedutista settecentesco. E da contrappunto la pelle nera di una madonna arrivata dal mare che stringe tra le braccia una bimba tra una panno rosso ed uno blu. L’ultimo album di Vinicio Capossela, uscito in primavera, contiene il brano “La Madonna delle conchiglie” affronta lo stesso tema del film di Crialese. Ed è straordinario cogliere questa affinità che unisce due artisti tanto evocativi. Fabio Bianchetti cura la fotografia, un’eccellente lavoro nelle scene diurne  e di forte impatto risultano quelle notturne in cui la luce, proiettata solamente da un lato della scena, taglia e definisce corpi ed oggetti riproducendo immagini dal sapore decadente caravaggesco. Se abbiniamo a questo un montaggio, affidato all’occhio femminile della brava Simona Paggi, perfetto e nitido, senza sbavature, senza ambiguità e con una forte evocatività, il gioco è fatto. Emanuele Crialese, romano di nascita e siciliano di origine, sembra affetto da quella stessa malattia che pungola il cuore nostalgico e il fegato ingrossato di tutti gli isolani: l’isolitudine.


È notte fonda, sto fumando, avverto ancora una forte umidità. Accanto al posacenere ho una scatola con dei fiori di lavanda. Sul mio terrazzino alzo gli occhi dal pc e guardo verso il mare. È nascosto dai palazzi, ma so che c’è. I gabbiani sono stati richiamati dai pescherecci in arrivo e danzano sulla mia testa. Domani prenderò la mia punto rossa e so che non potrò cambiare regione. Ho gli occhi puntati verso il mare, come tutte le notti, come tutti i giorni. Il cuore nostalgico, il fegato ingrossato.

Io e la mia isolitudine.

VB










TEMA: Dalla donna angelo alla donna Tatangelo

Per  farla breve prima la donna aveva le ali con le piume gallinose ora la minigonna di pelle e le zeppe di Gaultier.
Per farla media invece la donna prima camminava per i fatti suoi e tutti la guardavano e si beavano e dicevano talè, ma chi si sente?; lei non parlava ma guardava soltanto, un occhio al masculo e uno a Dio - faceva la broker. La donna angelo era strabica. La donna Tatangelo invece ha gli occhi dritti e un po' truccati, parla e dice quello che sente, ma la cosa che sente è solo una, lei dice solo “Bastardo” così da sintetizzare tutta una serie di pensieri complessi che orbitano attorno al cattivo comportamento del masculo che anziché limitarsi a guardarla, prima se la fa e poi la incorna. Richiamandoci al testo di D’Alessio, la donna Tatangelo nel tempo ha acquisito una certa immunità al veleno: lo beve ma non le fa assolutamente niente di nisba, la donna Tatangelo ha il fuoco dentro che trasforma il masculo in cenere, praticamente si è fatta Drag-a.
Per farla lunga, la donna Tatangelo grida Bastardo, la donna angelo invece, a forza di fare la profumiera, Bastarda lo dicono a lei.
GD




martedì 13 settembre 2011

TEMA: Trova un titolo al secondo romanzo di Paolo Giordano

Svolgimento

la solitudine dei numeri dispari
la solitudine delle radici quadrate
la compagnia dei logaritmi
la tristezza delle diagonali
l'ipocondria degli apotemi
il dilemma delle funzioni
l'immaginazione dei numeri immaginari
la realtà dei numeri immaginari
l'immaginazione dei numeri reali
la stitichezza degli integrali
l'euforia delle addizioni
il "qualcosa" del pi-greco... (3,14...e qualcosa)
la logorrea degli intervalli chiusi
i limiti delle derivate
le angherie delle secanti
la retta via delle parallele
la semplicità dei primi numeri
l'adulazione delle potenze
il boicottaggio dei logaritmi naturali
la carica erotica dei diagrammi di Venn
la funzione dei seni a 90°
l'irriducibilità delle frazioni
la libertà dei radicali quadratici
la spontaneità del valore assoluto
la sciatteria dei radicali eleganti
la chiusura degli intervalli aperti
l'invadenza delle sottrazioni
la poderosità degli esponenti
la superbia della potenza
l'umiltà dei decimali periodici
la superbia delle potenze
la ruffianeria dei teoremi
l'indivisibilità degli istogrammi
l'impotenza delle frazioni fratte
l'ascesa delle funzioni esponenziali
la tristezza delle basi minori
l'impassiblità delle tangenti all'origine
l'inutilità degli asintoti
la chiusura degli intervalli aperti
l'apertura degli intervalli chiusi
la stupidità degli angoli acuti
i rilievi degli angoli piatti
i compromessi storici dei vertici opposti
l'intelligenza nascosta degli angoli ottusi
il bigottismo degli angoli retti
l'insostenibilità della base maggiore
il perdono delle intersezioni
i complessi di inferiorità dei punti di massimo
la megalomania dei punti di minimo
le curve irriducibili della circonferenza
la rigidità dei punti di flesso
la schizofrenia delle matrici
l'egocentrismo del teorema di pitagora
l'altruismo sfrenato delle divisioni
la miracolosità delle moltiplicazioni

GD, FO e altri

domenica 11 settembre 2011

Tema: Il valzer degli arrivederci

Svolgimento

25 agosto 2011. Mi trovo a Tropea, ridente cittadina calabra in provincia di Vibo Valentia. Resa famosa dalle sue cipolle, è una meta turistica tranquilla e fuori dai giri mondani. Tarda mattinata, prima di andare in spiaggia il mio compagno di viaggio prende un po’ di pizza in una sorta di fast food alla buona, io opto per un panino e una birra. Entro in una salumeria, di quelle vecchie, vintage direbbe qualcuno: pareti annerite dalla muffa; tanfo di stantìo, sali e detersivi; bancone in marmo; affettatrice a manovella; vecchi fustoni di dixan; un paio di formati di pasta; due frigoriferi da cucina; un banco salumi con tre o quattro salami e un po’ di provole; dietro al bancone il sorriso smagliante di un vecchietto che ha superato abbondantemente i 70 anni. Le leggi delle Comunità Europea in quel posto non sono ancora arrivate. Io e il mio fascino decadente decidiamo che quello era il posto giusto per un pasto frugale e casereccio.“Buongiorno” faccio all’omino ricambiando il caloroso sorriso con cui mi aveva accolto. Mi chiede in cosa potesse essermi utile ed ordino un panino con una soppressata poco piccante e della provola. Chiedo un birra e mi dice che potevo aprire il frigorifero io stesso. Apro e prendo una media bionda. Gli occhi vengono folgorati da una luccicante e invitante bottiglietta di Brasilena. Breve parentesi. La Brasilena è una bevanda al caffè, una gassosa con aggiunta di caffè, che, per un mistero degno di uno dei più grandi dogmi, è possibile trovarla solamente in Calabria. Prendo anche quella e mi dirigo al banco, chiedo il conto, 3,50 euro (Tropea è una ridente cittadina calabra in provincia di Vibo Valentia ancora a misura di trentenne squattrinato), pago e sorrido all’ometto augurandogli una buona giornata e un buon lavoro; lui mi sorride e con una flebile vocina arrivatami da dietro il banco mi fa “salve!”.
Ecco. Poesia rovinata, stop fine basta.
Ricordo ancora quel giorno alle elementari, sarà stata la seconda o la terza quando la mia maestra (donnona sicula corpulenta dalla formazione fascista, con un alto culto della patria e dai metodi educativi veementi e alquanto discutibili) spiegò a noi fanciulli i saluti della lingua italiana. Lo ricordo bene, lo giuro: «Salve, che viene dal latino e significa salute a te viene usato come saluto di incontro».
Non è la prima volta, a onor del vero,  che mi viene rivolta questa forma di saluto all’uscita di un negozio o di un ufficio. Mi stride all’orecchio. Certo potrebbe sembrare una stupidaggine, e forse lo è.
La formula di saluto salve è un’espressione tradizionale che deriva dal latino e attestata in ogni epoca per l’italiano. Si tratta della forma dell’imperativo del verbo latino salvĒre “essere in buona salute” ed è quindi un’espressione augurale. In latino era spesso associata a vale “addio” nella formula di commiato vale atque salve “addio e stai bene”. Già nell’italiano rinascimentale si documentano casi che testimoniano la specializzazione delle due formule: salve come saluto d’incontro e vale come saluto di commiato.
La locuzione salve, ovviamente, ha perso il significato iniziale divenendo una forma di saluto simile ad altre ma che ha sempre quella caratteristica di essere una formula di incontro.
Nel 2009 Raffaella Setti scrive un articolo sulla rivista dell’Accademia della Crusca affrontando l’argomento. La Setti individua la rinascita e il ripescaggio di questa formula, che fino a qualche anno fa sembrava desueta, nell’abbassamento di formalità che caratterizza il nostro tempo.
La questione qui non è se usarla o meno. A me piace come espressione, ma nel suo significato iniziale “salute a te”.
Oggi salve viene largamente utilizzato nei messaggi di posta elettronica: la formula appare come risolutiva quando ci siano incertezze sul grado di formalità del registro da tenere con l’interlocutore (spesso più di uno e talvolta assolutamente sconosciuto) e non risulta vincolante rispetto al momento della giornata in cui scriviamo o in cui viene letto il nostro messaggio.
Che la lingua e le espressioni si evolvano non è un mistero né una novità. Che la formalità veda un lento e inesorabile declino è una certezza. D’altra parte sembrano così lontani quegli anni 60 e 70 in cui ancora i figli, soprattutto al sud, davano del voi a genitori e zii.
Ma quando incontrate un nostalgico decadente come me che ama Tropea, le vecchie salumerie, le maestre di formazione mussoliniana e la formalità, e ve ne separate e non volete essere troppo formali, vi prego, salutatelo con un benigno arrivederci.

VB

TEMA: Mi piace - Ti blocco - Ti....


Svolgimento:

Ormai lo facciamo quasi compulsivamente. La prima cosa che controlliamo, una volta acceso il computer, è facebook.
Chi ti manda una notifica, chi un poke, chi pubblica sulla tua bacheca quanti animali ha su farmville, chi scrive che oggi si è svegliato male e chi vuol far sapere a tutti che ha l'herpes!
Insomma, facebook ci mette in mano una privacy che in realtà, noi per primi, non vogliamo.
Ma si può parlare di social network, ossia di rete sociale? Quanti dei contatti che abbiamo tra gli amici, conosciamo veramente? Scommetto che la lista scende!
E quanti di questi abbiamo conosciuto di persona? Credo che si abbasserà ulteriormente fino ad avere un elenco dei familiari e di qualche altro.
Poi non chiedo neanche quanti di questi “amici” possiamo considerare “Amici”! Ecco che dall'Olimpo della popolarità virtuale, scendiamo giù fino ai piedi della piccola collina dell'anonimato, come sempre!
Ammettiamolo! La maggior parte di noi fa un uso sbagliato di facebook! Non siamo uniti da legami di amicizia ma da “mi piace”.
Sì, non vediamo l'ora di far sapere al nostro “amico” che lui/lei ci piace. Che gli siamo vicini quando ascolta una canzone o quando scrive che odia sua madre, ci piace sapere che non ha digerito la cena del giorno prima e che la mattina ha vomitato sul pavimento.
Anche noi pubblichiamo qualcosa con il piacere di vedere a chi piacerà, forse per catalogare i nostri amici come persone “più simili a noi” e quindi simpatiche oppure no.

Siamo diventati tutti bravissimi ad utilizzare un computer. Ci sono persone che non sanno nemmeno cosa sia un foglio di calcolo, un programma di videoscrittura, un sito web, una rete LAN, ma provate a chiedere a queste persone cosa significa il verbo “taggare” o cosa sia un poke.

Non parliamo neanche del fatto che oggi, oltretutto, anche il modo di litigare è cambiato. Adesso non ti accorgi nemmeno di aver litigato con qualcuno, semplicemente non lo ritrovi più tra i tuoi contatti, ed è un dramma.
Improvvisamente ti chiedi se hai fatto qualcosa di male, se hai avuto qualche segnale prima o se è stata una cosa improvvisa.
Che poi non ci sono nemmeno gli elementi tipici di una lite: non ci sono scontri diretti, non ci sono oggetti che volano, non ci sono neanche più urla.
Un giorno queste persone si svegliano e, forse per il solo fatto di aver dormito male, ti eliminano dagli amici.
Che poi, secondo me, c'è un certo piacere a farlo, una sorta di perversione. Il potere che ti dà la parola “elimina dagli amici” è una forma di piacere quasi sadica.
La tragedia è che non ci arrabbiamo perchè questa persona, inspiegabilmente, è incazzata, ma per il fatto di averci cancellato da facebook.
La prossima volta che notate di essere stati eliminati virtualmente da qualcuno, non ve la prendete neanche, probabilmente sarete ri-aggiunti nel giro di due giorni.

Adesso non c'è bisogno di mettere “mi piace” quando finirete di leggere questo post....anzi no, fatelo! Questi giorni sono un po' pesanti da affrontare, la mia autostima ha bisogno di essere risollevata e non conosco modo migliore per farlo! ;-)
FO

venerdì 9 settembre 2011

Tema: La comite dei numeri primi

Svolgimento

Diverse sono le patologie che possono affliggere la scrittura narrativa: la congiuntivite dell'ipotetica, l'aggettivazione colesterolica, il diabete sentimentale, la dissenteria del periodo, la stitichezza ipotattica. Di solito tali malesseri vengono diagnosticati ad una prima lettura, evidenziati in un file non stampabile e curati con un editing prosciugante o sfrondatorio. A sottrarsi indenni alla matita dell'editor, spesso sono i segnali di una brutta malattia - non letale e invalidante ma certamente fastidiosa - che si manifesta attraverso le similitudini: esse determinano una infiammazione che scientificamente è detta "comite".
La comite viene misurata attraverso un parametro, il  c.p.p. (numero di "come" per pagina): il suo valore ottimale è al di sotto di 0,25 c.p.p. ; sino ad 1 c.p.p. il fastidio è tollerabile, oltre tale valore causa  un choc curabile solo con la chiusura del libro.
Titoli di scrittura narrativa affetti da comite ce ne sono parecchi, un caso notevole è senz'altro un romanzo di grande successo, La solitudine dei numeri primi. Prendiamo, per esempio, la pagina 90: il parametro c.p.p è pari a 5, o la pagina 99 che, pur essendo scritta solo per metà - è di fine capitolo -, ha un c.p.p. pari a 3.
La "comite" si presenta con livelli iperbolici diversi, riportiamo alcuni esempi tratti dalle pagine affette:
- Giada si piegò COME se un uomo invisibile le avesse dato un pugno...
- Uscì dalla stanza con i pugni stretti sui fianchi COME trattenendosi dallo spaccare qualcosa.
- Era COME se le sue terminazioni nervose si fossero concentrate tutte in quel punto
- Notò che la gamba di Alice si piegava con grazia, all'altezza del ginocchio, COME tutte le gambe del mondo..
Non sempre la "comite" si manifesta con il "come", a volte sono i verbi "sembrare" o "assomigliare" a farne da sintomo:
- una roba rossiccia e alcolica che ASSOMIGLIAVA a un frullato del dolce di Soledad
- La musica nel salone SEMBRAVA il respiro delle pareti
  
 Combattere la "comite" si può, esistono altre figure retoriche che consentono di spostare il significato da un vocabolo ad un altro; comportano una rielaborazione più complessa, meno banale è la frase, assicurato il piacere alla lettura.
GD

Tema: Lilli la borsetta porta biscotto

Svolgimento: E' un gadget molto utile, che una volta provato non si potra' abbandonare.Quante volte c'e' capitato di non avere un piano d'appoggio per le nostre macine? Costretti a tenerle strette nella nostra manina umida le sbricioliamo riducendole in poltiglia, e allora perche' non dotarsi di questa simpatica borsettina che ci permettera' di portarci  la colazione anche  in bagno e di usare il telefono con l'altra?
Per le fette di torta i designer si stanno attivando...

AW

giovedì 8 settembre 2011

Tema: in gravidanza le donne diventano più belle

Svolgimento 1: La pelle diventa luminosa e i capelli crescono più folti, le donne in gravidanza si trasformano in tante Veneri di Botticelli e ricevono complimenti da chiunque.
Mia madre al telefono: "Bella la collana che indossavi ieri ma, tolta la collana, ti ho proprio vista tanto GONFIA. Ti alimenti male? Sei stanca? Ti lascio i recapiti di una mia amica che si occupa di medicina cinese. Fa davvero miracoli!!!"

Svolgimento 2: La pelle diventa luminosa e i capelli crescono più folti, le donne in gravidanza si trasformano in tante Veneri di Botticelli e ricevono complimenti da chiunque.
Dal balcone scorgo mia cugina (distanza 10 metri) e la saluto agitando la mano, non la vedo da un paio di mesi. Lei ricambia con un tiepido sorriso.
Poi mi raggiunge.
"E la pancia come va?" mi chiede. "Bene, sta crescendo" rispondo.
"Eh, vedo!!! Non ti avevo riconosciuta quando mi hai salutata!".

Svolgimento 3: La pelle diventa luminosa e i capelli crescono più folti, le donne in gravidanza si trasformano in tante Veneri di Botticelli e ricevono complimenti da chiunque.
Entro in una panetteria e la commessa, una perfetta sconosciuta, si improvvisa a Sibilla e mi dice: "Sei al sesto-settimo mese ed è maschio, vero?"
Sto per farmi dare qualche numero da giocare al Lotto ma mi limito a chiederle come ha fatto ad indovinare.
"Ne ho avuti due, un maschio ed una femmina. Quando sono figlie femmine le mamme diventano bellissime..."

LG

martedì 6 settembre 2011

TEMA: Larve tostate e spiedini di formiche

Svolgimento

L'Unione Europea sta portando avanti un progetto dal costo di 3milioni di euro per promuovere il consumo di insetti e larve al posto della carne.
( sul THE TELEGRAPH potrete trovare la notizia in originale  nel caso pensaste che c'ho i grilli in testa) .

Il problema è : con che tipo di vino li abbiniamo? Rosso bianco o uno spumantino Rose'?



"Gli esperti di Bruxelles sottolineano infatti che l'"entomofagia" - il consumo alimentare di insetti - può essere un'eccellente fonte nutritiva in quanto gli insetti sono ricchi di proteine mentre presentano bassi livelli di colesterolo. Le cavallette conterrebbero solo il sei percento di grassi contro il 18 per cento del macinato magro, mentre i grilli sono un'ottima fonte di calcio e le termiti particolarmente ricche di ferro. Il Prof. Marcel Dicke, dell'Università di Wageningen, in Olanda, osserva che in fondo si tratta di una sorta di "gamberi del cielo" e ricorda che, davanti all'aumento del prezzo della carne: "La UE deve investire nella sicurezza alimentare".

AW

Tema: Come vivono le galline in batteria

GD



domenica 4 settembre 2011

TEMA: Le camille editoriali e la generazione TQ*

SVOLGIMENTO

Come ci ha spiegato la maestra, nel mondo reale che ci circonda ci sono troppe camille editoriali tutte fatte con la stessa ricetta romanzesca: tre personaggi che soffrono veramente troppo (assai), almeno 60.000 parole semplici,  pruriti all'apparato genitale q.b. e una manciata abbondante di punti e a capo.
La maestra ci ha detto che ci sono delle persone, ritenute scemissime e che si fanno chiamare generazione TQ, che odiano le camille editoriali e vorrebbero che tutti ammettessero che sono indigeste e fanno rincoglionire (questa parolaccia l'ha usata proprio lei).
A molti i TQ fanno ridere, dice la maestra, perchè nel mondo reale che ci circonda quando qualcuno si incazza tutti gli altri si scompisciano e fanno a gara a chi fa più pipì: dicono persino che i TQ non sono veri militanti perchè, a differenza di altri come i Wu Ming, non partecipano a cose in piazza tipo il G8. Ma se i TQ andassero a Kabul, allora li prenderebbero sul serio?
GD

* generazione TQ: movimento di intelettuali e altri lavoratori del mondo della cultura e dell'editoria che hanno deciso di attaccare il sistema.

Tema: Ogni mattina in Africa

svolgimento: 
                                                             
Ogni mattina in Africa, una Gazzella si sveglia,

sa che dovrà correre più in fretta del Leone o verrà uccisa.

Ogni mattina in Africa, un Leone si sveglia,
sa che dovrà correre più della Gazzella o morirà di fame.

Ogni mattina in Africa, da qualche parte, un volontario si sveglia... sa che la sua vita sarà un inferno anche se correrà più in fretta di leoni e gazzelle! 



Piccoli temi sulla mia vita in Mozambico! Prossimamente su questo blog :-)
FO

venerdì 2 settembre 2011

Tema: Le Vacanze


Svolgimento: Le mie vacanze sono racchiuse in questa foto:  odoratela, assaggiatela, mordetela
 tanto non ha fatto ingrassare neanche me! AW

Tema: come cambia l'umore delle donne quando sono in gravidanza

Svolgimento:
Dicono che l'umore delle donne in gravidanza cambi repentinamente a causa degli ormoni.
Come in quel momento, sei lì, come ogni giorno negli ultimi tre mesi, attaccata alla tazza del cesso che vomiti l'impossibile, e tuo marito ti dice: "Ti preparo uno zabaglione arricchito di caffè, nocciole e succo d'acero?"
Oppure quando sali sulla bilancia e pensi che hai già sforato il peso consigliato, assomigli sempre più ad una mongolfiera e ti telefona l'amica del cuore per dirti che "Fantastico, ho vinto il premio Miss Fisico Perfetto Spiaggia Caraibica anche quest'anno"
Per non parlare delle domeniche in famiglia. Quando mai si son bevuti i superalcolici alle domeniche in famiglia? "E non hai idea di quanto sia squisito!!! Mai bevuto niente di simile!!!"
Il vaffanculormone.
LG
 

TEMA: Perchè le scoregge sono sempre pronte a metterci in imbarazzo?

SVOLGIMENTO

Ti trovi in posti silenziosi o affollati la scoreggia è lì che aspetta il momento propizio per uscire.
Siete al funerale di vostra suocera? Eccola, pronta per quando il prete dirà “c'è qualcuno che vorrebbe spendere due parole per la cara scomparsa?”
Presi da un impeto di religiosità avete deciso di tornare in chiesa dopo anni di latitanza? Anche lei ne approfitta per uscire facendovi cambiare chiesa, o anche religione, dopo l'omelia!
Siete a scuola per giustificare vostro figlio di 6 anni che dà libero sfogo alla sua fantasia scoreggiando in faccia ai suoi compagni? Lei è ancora lì per spiegare alle maestre che non siete stati voi ad insegnarlo al piccolo!
La scoreggia in pubblico arriva per tutti!
Che poi l'evoluzione (bastarda!) non solo le ha fatte rumorose, ma anche puzzolenti (e a volte bagnate, sfiorando quasi tutti gli organi di senso!), quindi anche chi si allena per anni a stringere le chiappe per riuscire a trasformare un boato in un sibilo sottile sottile, ne rimane fregato.
Allora, che fare in caso di flatulenza in pubblico?
Per prima cosa, rimanere impassibili e non fare bruschi movimenti del capo per non destare sospetti. Dopodiché, sempre con molta nonchalance, cercate un oggetto vicino e muovetelo in modo da produrre un rumore qualsiasi che potrebbe essere scambiato per quello prodotto da voi. Se siete bravi, potreste anche cercare di coprirla con un colpo di tosse. Ma solo siete bravi eh? Non avventuratevi in banali e tristissime peripezie che potreste pure graffiarvi la gola!
In ogni caso la regola fondamentale è : NEGATE! NEGATE! NEGATE! Negate sempre! Anche a voi stessi! Convincetevi che tutto questo non sia mai successo e comportatevi normalmente. Guardate male gli altri dalla testa ai piedi, gettateli in pasto al dubbio del “Sono stato io e non me ne sono neanche accorto?!” e tutto andrà per il meglio!
Prrrr-arola mia!
FO